FRAMMENTI – Copyright Roberto Ermenegildo Dalzoppo – Marchese di Brede
MEZZANOTTE
E'
mezzanotte e non c'è alcun rumore proveniente dalla strada
la luna
ha perso i suoi ricordi
sta
sorridendo da sola
nella
luce dei lampioni le foglie appassite si depositano ai miei piedi
e il
vento comincia a gemere
memoria,
tutto solo nella mezzanotte
posso
sognare dei vecchi giorni
era
bello allora
io
ricordo il tempo in cui sapevo cosa fosse la felicità
lascia
che la memoria riviva ancora.
PENSIERO
Si sta
spegnendo la mia vita.....con soffi di vento sempre più lunghi scompare la
cenere una volta materia di crescita illuminista ...allorquando il sole
splendente scaldava teneramente la prima erba dei campi e folate di aria nuova
permeavano il silenzio e l'oblio, il pensiero ed il desiderio di raggiungere
mete lontane, d'amore e di pace, di giustizia e fratellanza...la mia vita se ne
va.....ed io grido al mondo: "memento, homo, quia pulvis es, et in
pulverem reverteris".
PENSIERO
Io sono l'uomo che va in un ristorante, si siede a tavola e aspetta pazientemente, mentre il cameriere fa tutto, tranne annotare la mia richiesta.
Io sono l'uomo che va in un negozio e aspetta in silenzio, mentre i venditori terminano le loro conversazioni private.
Io sono
l'uomo che entra in un distributore di benzina e non usa mai il clacson, ma
aspetta pazientemente che il gestore finisca la lettura del suo giornale.
Sono
l'uomo che spiega la sua disperata urgenza per un pezzo, ma non si lamenta
quando lo riceve solo dopo tre settimane di attesa.
Io sono
l'uomo che, quando entra in uno stabilimento commerciale, sembra chiedere un
favore, sperando solo di essere notato.
Stai
pensando che sono una persona tranquilla, paziente, del tipo che non crea mai
problemi, ma ti sbagli.
Sai chi
sono? Sono il cliente che non torna mai più!
Mi
diverto vedendo milioni di euro spesi ogni anno in annunci di ogni ordine, per
portarmi di nuovo alla azienda che quando ci sono andato, per la prima volta,
tutto quello che avrebbero dovuto fare era solo una piccola gentilezza,
semplice ed economica : trattare con un po' più di cortesia.
Esiste
un solo capo: il cliente. E può licenziare tutte le persone della società, dal
presidente al commesso, semplicemente spendendo i suoi soldi altrove.
Volevo
ancora vivere una vita su un scala di accordi e vedere gente felice danzare
ogni giorno.
Ma la
musica sta per finire ed il ballo è già terminato.
FIORI DI PRIMAVERA
I fiori di primavera sono i sogni dell'inverno, storie di bambini mai nati.
LETTERA AGLI ALUNNI DELLE ELEMENTARI
“Cari
ragazzi della Jacopo Barozzi,
Abbiamo
camminato insieme per cinque anni. Per cinque anni abbiamo cercato, insieme, di
godere la vita; e per goderla abbiamo cercato di conoscerla, di scoprirne
alcuni segreti.
Abbiamo
cercato di capire questo nostro magnifico e stranissimo mondo non solo
vedendone i lati migliori, ma infilando le dita nelle sue piaghe, infilandole
fino in fondo perché volevamo capire se era possibile fare qualcosa, insieme,
per sanare le piaghe e rendere il mondo migliore. Abbiamo cercato di vivere
insieme nel modo più felice possibile. È vero che non sempre è stato così, ma
ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà. E in
fondo in fondo siamo stati felici. Abbiamo vissuto insieme cinque anni sereni
(anche quando borbottavamo) e per cinque anni ci siamo sentiti “sangue dello
stesso sangue.
Ora
dobbiamo salutarci.
Io devo
salutarvi.
Spero
che abbiate capito quel che ho cercato sempre di farvi comprendere: NON
RINUNCIATE MAI, per nessun motivo, sotto qualsiasi pressione, AD ESSERE VOI
STESSI. Siate sempre padroni del vostro senso critico, e niente potrà farvi
sottomettere. Vi auguro che nessuno mai possa plagiarvi o “addomesticare” come
vorrebbe.
Ora le
nostre strade si dividono. Io riprendo il mio consueto viottolo pieno di gioie
e di tante mortificazioni, di parole e di fatti, un viottolo che sembra
identico e non lo è mai. Voi proseguite e la vostra strada è ampia, immensa,
luminosa. È vero che mi dispiace non essere con voi, brontolando, bestemmiando,
imprecando; ma solo perché vorrei essere al vostro fianco per darvi una mano al
momento necessario. D’altra parte voi non ne avete bisogno. Siete capaci di
camminare da soli a testa alta, PERCHÉ NESSUNO DI VOI È INCAPACE DI FARLO.
Ricordatevi
che mai nessuno potrà bloccarvi se voi non lo volete, nessuno potrà mai
distruggervi, SE VOI NON LO VOLETE. Perciò avanti serenamente, allegramente,
con quel macinino del vostro cervello SEMPRE in funzione; con l’affetto verso
tutte le cose e gli animali e le genti che è già in voi e che deve sempre
rimanere in voi; con onestà, onestà, onestà, e ancora onesta, perché questa è
la cosa che manca oggi nel mondo e voi dovete ridarla; e intelligenza, e ancora
intelligenza e sempre intelligenza, il che significa prepararsi, il che
significa riuscire sempre a comprendere, il che significa riuscire ad amare, e…
amore, amore.
Se vi
posso dare un comando, eccolo: questo io voglio.
Realizzate
tutto ciò, ed io sarò sempre in voi, con voi.
E
ricordatevi: io rimango qui, al solito posto. Ma se qualcuno, qualcosa vorrà
distruggere la vostra libertà, la vostra generosità, la vostra intelligenza, io
sono qui, pronto a lottare con voi, pronto a riprendere il cammino insieme,
perché voi siete parte di me, e io di voi.”
PENSIERO
Il breve
tempo di ciò che vive.
Essere
stati la rugiada del mattino
il
crepitare dei passi
sulla
neve ghiacciata di gennaio
la
cenere ancora calda
una
brace mai spenta
una
betulla piegata dal vento
il vento
che muove il grano
come un
mare.
Sto per
giungere ancora
sulla
riva del mare
ed è
solo silenzio
a
guardare i miei anni lontani.
PENSIERO
Possa venire il
giorno [e forse verrà presto] in cui fuggirò sulla spiaggia di qualche cayo del
Cayman verde, a vivere d'estasi, di calma e d'arte, vicino al mio cane
Santiago, lontano dalla lotta europea quotidiana. Lì a Cuba potrò ascoltare,
nel silenzio delle belle notti tropicali, la dolce musica sussurrante degli
slanci del mio cuore, in armoniosa armonia con gli esseri misteriosi che mi
saranno accanto. Finalmente libero, senza preoccupazione alcuna, potrò amare,
cantare e morire.
AMICI
CUBANI
suggerisco
a voi soltanto tre parole: coraggio - passione - libertà.
Coraggio
di affrontare nuove esperienze che diano maggiori opportunità ed una migliore
prospettiva, allorquando soddisfazioni professionali e ricchezza non siano un
peccato ma una risorsa della vita.
Passione
nel perseguire differenti strade per raggiungere il traguardo, quel lontano
orizzonte, siate cacciatori di orizzonti come il navigante di inesplorati
porti.
Per la
libertà lottate, ben sapendo che ognuno di noi è unico ed è nato libero e
questo ci da la responsabilità di pensare con la nostra testa.
Uomini
liberi sono stati:
MAHATMA
GANDHI - ERNESTO GUEVARA [EL CHE] - THOMAS SANKARA - NELSON MANDELA - MARTIN
LUTHER KING - SIMON BOLIVAR - SAMORA MACHEL ................. e tanti altri
ancora.
PENSIERO
Ho un
appuntamento ormai ogni momento, proprio quando compaiono sedie che invitano a
sedersi, ho un appuntamento per l'eternità in questa decisione di vivere
quotidianamente con lealtà.
Ho la
convinzione di fallire a volte, ma una volontà d'acciaio, e questa mania di
essere fedele a chi mi è stato fedele.
Ho un
appuntamento, e non mancherò.
STESSI OCCHI VERDI COME LA MAMMA
Siamo di
nuovo di fronte, dopo un imbarazzo confuso, un sorriso ritrovato, un abbraccio
non voluto dal timore che non fossimo assieme per davvero.
Poche
parole, ma tanta voglia di raccontare, di ricordare momenti e persone che mai
più torneranno, tesori della memoria solo un poco offuscata.
Seduti
vicini ancora sul prato ad ammirare la vigna, le braccia alzate al calore del
sole, un urlo di gioia ancor più che di vita, poi coricarsi all'erba, al cielo
lo sguardo ascoltando voci lontane cantare stornelli giocosi d'amore.
Son
tornato lì da te per poco tempo e la poca libertà delle prigioniere regole ha
così interrotto un dialogo assopito dal non volere drammatizzare la triste
realtà.
Ma ben
verrà una nuova visita, ancora ed ancora ne vale la pena per condividere ciò
che è stato e quel breve periodo che ci rimarrà.
PENSIERO
Quando orienti la visionaria prua verso una stella e ti lasci
trasportare sulle ali del sogno verso quella imponderabile meta, ansioso di
perfezione e ribelle alla mediocrità, in te si innesca la misteriosa molla di
un ideale.
LORENZO
Nel
silenzio si piange la propria solitudine,
con la
poesia si grida il proprio amore.
Con
l'informazione diaria del Granma alimentò il suo sapere.
Abbiamo
camminato tanto,
abbiamo
camminato assieme,
e
contenti ci siamo divertiti,
a piedi
dal Parque Céspedes per Calle Heredia
e poi
per Aguilera ed ancora Madre Vieja, Escario
fino al
Parque Ferreiro ed alla Avenida Las Americas.
Il
solito caffè con sambuca ed una storia raccontata in più.
Quel suo sorriso appena accennato, sempre educato, mai arrabbiato.
Aveva un nocciolo di purezza che lo portava a percepire ed accettare, senza mai chiedere, che a volte la vita è solo riflesso di quella dei più abbienti che vivono nei paesi "capitalisti".
Per
questo, forse, già in gioventù entrò a far parte della FAR [la forza armata
rivoluzionaria cubana], congedato con il grado di ufficiale maggiore.
Ci si
intendeva: qualche parole di italiano. Ma sapeva anche il russo perché aveva
compiuto, per un lasso di tempo abbastanza lungo, una missione nella ex Unione
Sovietica.
A Bahìa
Honda [regione di Pinar del Rìo] quella volta ci aspettavano vestiti a festa,
giovani e vecchi, grandi occhi immersi in un verde naturale privilegiato, un
luogo raro da trovare dove il sole e le piogge tropicali si fondono tra loro e
danno vita ad alberi, fiumi e cascate che si estendono a perdita d'occhio.
Ci
accolsero entrambi con un affetto straordinario ed una semplicità piena di
grande umanità.
Dalla
terrazza del Casa Grande un ultimo sguardo all'Ayuntamiento della città di
Santiago de Cuba, ad Oriente, dove il sole accende per primi i magici colori
del Cayman, un ultimo brindisi con te, carissimo Lorenzo. A presto Lassù per
camminare ancora.......
"Nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta." - Ugo Foscol
IL SOLE D'INVERNO
Questa bella giornata di lucore mi ricorda quando, pressappoco sempre verso
fine gennaio, nella nostra campagna si spargeva il tenue tepore del sole
d'inverno e mia Madre mi accompagnava nella vigna, a ridosso della collina, in
una zona pietrosa dove la vite teneva in serbo l'uva americana, piccola e
dolce, per donarla alla raccolta dei primi giorni di settembre.
Mi raccontava che la cimatura di questa qualità d'uva veniva effettuata
solo sui rami vigorosi intorno al mese di giugno e che si caratterizzava per
essere chiamata con il nome di "uva fragola" ed aveva origini lontane
nel tempo: tant'è vero si hanno testimonianze che giunse dall'America al
Vecchio Continente intorno al 1825, o giù di li.
Ma mi raccontava anche della vita dura dei contadini, ai tempi quando lei
era bambina, una levataccia d'estate alle 4 per la prima mungitura sino a sera
inoltrata quando erano riposti gli attrezzi di lavoro nel magazzeno.
Mi diceva e si raccomandava di mettercela tutta sempre, e che studiare era
importante, tu che puoi farlo: io sono andata poco a scuola, e con zoccoli
grandi si percorreva tanta strada prima di arrivare all'aula, perché dovevo
accudire ai fratelli minori e al pomeriggio portare poi le pecore al pascolo.
Mi insegnò l'onestà, l'umiltà, il rispetto e la gentilezza.
Al ritorno mi teneva per mano, forte.
Provo ancora la forza di quelle mani, e vedo ancora la luce dei suoi occhi.
Il sole d'inverno spariva però presto e l'aria tornava ad essere fresca.
La vita passa in fretta: venne il sole dell'estate e poi l'autunno di nuovo
e gli inverni seguenti, che senza di lei sono stati più freddi, comunque.
FORSE
ERA MEGLIO
Forse....era
meglio quando si cagava dal rialzo di canna sopra il letamaio,
forse....era
meglio quando ad inizio settembre le mondine si radunavano nell'aia e le più
"fighe" strizzavano l'occhio come a significare "sei troppo
piccolo....non te la do",
forse
.... era meglio quando in paese chi possedeva un Landini "testa
rossa" era considerato come un re,
forse....
era meglio quando mio nonno alla domenica di mezzogiorno chiamava a tavola
tutti i figli dei mezzadri ed assieme "felici e contenti" si mangiava
polenta ed ancora polenta con qualche "cicciolo".
CARLOS MARIN
Lo
incontrai in un tardo pomeriggio al Baretto di via Sant'Andrea quando avevo 36
anni ed appena entrato a Il Giornale: un bellissimo giovanotto ventenne,
parlava spagnolo ma mi raccontò che si era nato nella Germania Ovest pur avendo
origini iberiche. Divenimmo un poco amici e la notte successiva andammo assieme
al Nepentha. Aveva una voce a dir poco stupenda, e poi seppi che studiò canto a
Madrid con Montserrat Caballè. Si chiamava Carlos Marìn. Gruppo musicale Il
Divo. Ha lasciato questa vita terrena il 19 dicembre di quest'anno, a causa del
Covid.
Un
ultimo adios para ti Carlos y un pèsame para tu Familia.
MARIANO
Dedicato
al mio amico Mariano - che non c'è più - ed ai miei compagni dell' Albert
Einstein, quando si pensava di cambiare il mondo in altro migliore, alla fine
tutto segue come sempre. A tutti gli uomini e le donne che hanno cercato una
strada alternativa ed hanno resistito sino alla fine. A tutte le fanciulle in
fiore ed in minigonna degli anni settanta, ribelli nelle aule e nei costumi,
sovversive dell'amore e delle idee, compagne nell'anima e nella speranza,
eterne ragazze!
Ma se la
radiosa luce che una volta
tanto
brillava negli sguardi è tolta
se
niente può far sì
che
rinnovi all'erba il suo splendore
e che
riviva il fiore
della
sorte funesta non ci dorrem
ma ognor
più saldo in petto
godrem
di quel che resta.
PENSIERO
Non avrebbe, forse, più senso parlare di ciò che si sa, magari senza tanti
toni oracolari e con più argomentazioni? Noi siamo cittadini cui non servono
besser-wisser aforismatici, ma intellettuali che ci insegnino la bontà del
pensiero ben strutturato che si muove e avanza grazie al suo metodo storico:
problemi, soluzioni e loro giustificazioni razionali ben costruite. Siamo ormai
adulti e non abbiamo bisogno di evocatori senza inferenze né argomenti.
NOI
GENTE DEL PO
Le
offelle mantovane sono sempre buonissime, così era solito dire il carissimo
amico March. Federico Cavriani, quando ci si incontrava al Bar Caravatti su
Piazza delle Erbe, a Mantova.
LIVE
FAST - DIE A LEGEND
Di
questo periodo, un anno fa, durante una mite notte dal tepore primaverile
dell'Avana la regina gialla degli astri smise improvvisamente di parlare alle
stelle, e dalla falce di luna salì più di una lagrima. Perché il cuore di una
giovane donna aveva interrotto il suo battito, nel mentre laggiù in basso,
oltre il Malecòn, aumentò l'ampiezza della marea e le onde si infrangevano con
più forza contro la battigia. Dall'oceano sconfinato distinta una luce volò al
cielo ed una stella tra le stelle incominciò a pulsare i colori delicati della
gioventù. Amanda. La sua Mamma dal Cile ora può vederla tutte le notti, lassù
più in alto. Così si raccontano. Avete voi mai visto quante stelle raccoglie il
cielo di Santiago del Cile: tantissime, tutte quelle dell'universo intero. Ed
ancora oggi si sente da lontano gente che canta le canzoni di Serrat e di
Violeta Parra e che recita poesie di Pablo Neruda e di Antonio Maceo. Qua dove
si commemorano ancora le fanciulle in fiore e in minigonna degli anni settanta,
ribelli nelle aule e nei costumi, sovversive dell'amore e delle idee, compagne
nell'anima e nella speranza, eterne ragazze! Così come in mille hanno
commemorato ed accompagnato per l'ultima volta Amanda , quasi tutte le genti di
Centro Avana.
"Mi
mancherai, stai tranquilla - sono stati sia momenti belli che brutti che
abbiamo vissuto insieme- i dettagli, le piccole cose - ciò che sembrava poco
importante - sono quelli che mi invadono di più la mente - quando mi ricordi ti
te - vorrei fermare il tempo per rivederti - per abbracciarti di nuovo e non
lasciarti mai andare - ma capisco che il tuo momento è arrivato - che Dio ti ha
chiamato per essere al suo fianco, è così che voleva --------
Ma non
avrei mai pensato che ti avrebbe fatto così male - non piangere più per me -
sono in un luogo pieno di luce - dove c'è pace - dove non c'è il male -dove
posso riposare - non piangere per me - è cos' bello qua che farò con calma -
voglio che tu sia felice - che ti vada bene - e quando sarà il tuo turno di
partire - spero di rivederti qui con me - mi mancherai stai tranquillo
-----------in un secondo la vita è polvere e può dissolversi in un attimo - non
hai portato niente- non prenderai niente - solo quel qualcosa che avevi dentro
te - vorrei poter restituire il tempo - rivederti per abbracciarti e non
lasciarti andare mai più" E' il testo di una canzone di Tercier Cielo.
Purtroppo
stavolta è toccata a te, cara Amanda. Se così non fosse stato, saresti venuta
in Italia ed avremmo potuto condividere ancora anni di vita assieme, tutti
uniti finalmente. Un abbraccio forte, e grazie di proteggerci da lassù.
Nota:
LIVE FAST - DIE A LEGEND è la massima che aveva fatta sua Jacopo Dimmito, un
giovane pieno di vita e tante cose belle da realizzare, anche lui morto
prematuramente in un incidente stradale a Milano. Trecento fiaccole lo
accompagnarono per l'ultima volte, amici ed amiche che lo ricorderanno per
sempre.
GARCIENIGA
ITALIANA
La
Garcieniga è un tipico dolce cubano ed io ero solito comperarlo al Sylvain Toyo
di Santos Suarez (nella foto), un quartiere residenziale di La Habana. La
cadena Sylvain è stata fondata nell'anno 1952 e prende il nome dal famosissimo
chef francese Sylvain Brouté che prestò servizio presso le case più blasonate e
prestigiose europee dell'epoca, tra le quali la Princesa de la Tour
D'Aurvergne, il Conte di Vienna, il profumiere Jacques Guerlain, i Rothschild.
Lo volle a La Habana negli anni '40 María Teresa Falla Bonet de Batista
appartenente ad una della famiglie più ricche di Cuba, dove morì lasciando in
eredità tutta la sua eccelsa esperienza, anche di pasticciere e panificatore.
Oggi ho provato ha farla con la ricetta che mi è stata scritta diversi anni
orsono, l'originale è a forma di sfilatino, codesta mia rotonda. Risultato più
che soddisfacente, nonostante manchi l'allegria cubana. "Qué hermosa es mi
Habana al caer del sol" sono le parole di una canzone di César Portillo de
la Luz. Come è bella la mia Habana quando cade il sole, ed è vero. Dall'Hotel Riviera,
guardando verso la fortezza del Morro, in ogni momento dell'anno il tramonto
regala un panorama indescrivibile. La Habana risplende, accarezzata dalle
ultime scintille del re degli astri. Con un poco di fortuna e molta pazienza si
può godere la contemplazione del mitico raggio verde, che si osserva soltanto
alcuni secondi prima che il sole scompaia definitivamente dietro la linea
dell'orizzonte. E' il momento di esprimere un desiderio. Laggiù, al di là del
Malecón, il mare già fresco della sera E più tardi avrà inizio la notte de La
Habana che da Alejo Carpentier viene definita "il reale
meraviglioso".
DOMANI
[la
solita e triste poesia del vecchio]
Sempre
s'accende l'aurora al cielo
ed il
fiore si apre al mondo
s'alza
il canto dal grano
e si
sveglia il bimbo muovendo la mano
quando
si affanna il vecchio al nuovo giorno.
Quasi
scrivo piano piano
sempre
più incerto e mesto
e
camminando alla argentata ombra delle betulle
provo
disagio ed evizione
mi è
lontana la dorata luce del tempo che verrà.
Nel mentre
la pienezza giunge prima della morte
dopo che
al cielo elevasti il tuo sforzo
ed il
sudore ti ha guidato sino alla rive dell'oceano immenso
riempire
una coppa mai prima d'allora innalzata
e seduto
sulle pietre calcinate dal mare
sereno
aspettare che dalla melma gocce di spuma nera
coprano
e disperdano il seme dell'uomo.
QUANDO PENSAVO FOSSE IL GIORNO DOPO All'ALBERT EINSTEIN
Vi
racconto di quella Italia lontana dove erano ancora rimaste [l' inizio era
stato qualche anno prima del 1960] praterie da percorrere, camminando piano o
correndo a seconda della volontà, per raggiungere e conseguire benessere e
posizione lavorativa migliore, allorquando l'ascensore sociale era funzionante
verso l'alto e i nostri genitori, memori dei padri che dal capitano-maestro si
facevano leggere e scrivere le lettere durante la prima guerra mondiale,
investivano con sacrifici e di buon grado sulla istruzione dei propri figli.
Vi
racconto di un episodio mio personale di quella Italia del '68 nel mentre molti
giovani parteciparono ad un movimento unico nel suo genere dopo la seconda guerra
mondiale, con una convinzione, più o meno radicata, di cambiare un mondo che
poi, tutto sommato, non cambiò, a partire dalla guerra del Vietnam che non è
stata certo l'ultima perché altre ne successero con episodi altrettanto cruenti
di morti innocenti.
Dovete
sapere che l'Alberto Einstein, IV liceo scientifico di Milano, in quegli anni
di contestazione si dimostrò particolarmente attivo soprattutto con alcuni
studenti che non sto a nominare, compreso me medesimo.
E
proprio nel 1971, anno in cui conseguii il diploma di maturità scientifica, mi
successe che quasi quasi fosse pregiudicato il mio esame di maturità. Bello
tranquillo a casa, ripassando di tanto in tanto le materie, pensavo che l'orale
fosse il giorno dopo. E solo grazie a quattro cari compagni, Giuseppe V. W. ora
medico, Ugo F. lo stesso medico, Claudio G. dirigente ospedaliero e Mariano A.
partner di Price W., che mi raggiunsero più che preoccupati per l'assenza,
riuscii per poco a sostenere il colloquio e promosso riempire di gioia il tempo
delle vacanze.
Purtroppo
il destino benevolo in quella occasione si dimostrò malevolo più in la con gli
anni, quando intrapresa la facoltà di medicina all'università, per un
concatenarsi di eventi tristi, abbandonai gli studi definitivamente dopo tre
anni.
E adesso che il
ricordo si presenta solo per poco tempo e poi vola via rapido, solo una
riflessione ti rimane a consolazione: la vita è tanto strana ma bella o brutta
che sia vale la pena di viverla sino alla fine. Here.....presente. Alunno
Roberto D. - 5a B
UN FIORE
Semplicemente fiorisce
Semplicemente perisce
I
prati ai margini del mio viale hanno solo erba avvizzita
LE
OSTERIE DEL PO
A me
piacciono le osterie del Po
nascoste
alla penombra di strade anguste
dove il
Marchese di Brede entrava in silenzio
per non
disturbar la gente
allora
riverito con eccesso del canto.
A me
piacciono quei volti sudati
e gli
sguardi di sfuggita rubati
sorrisi
gentili di brevi amori sbocciati.
A me
piacciono le cose smoccolate e leggere
i calici
di vino profondi
quando
la mente si libera del tempo
vive il
presente
perché
non esiste altro
che
questo istante esaltante
a
livello di magico pensiero
colori
anelito inquieto vitale
come un
abbraccio forte
per
ritrovarsi interi.
[Dedicato ed in memoria di mio nonno, N. H.
Ermenegildo March. di Brede]
VINUM
ALOISII
Quando
la luna saluta il sole che albeggiando inonda la prima luce sulle foglie verdi
dei vigneti, dove è preservato l'oro dal chicco tondo, dopo la mungitura, Luigi
s'avvia alla salita che porta alle "colline del buon vino".
Al
vecchio pozzo color verderame tira una presa di tabacco fino, e riposta
l'antica custodia di vetro riprende il cammino, ancora ai piedi gli zoccoli
olandesi di legno che tagliano il silenzio quasi assoluto sull'altura. Quando
incespica in un sasso si ferma a controllare la maturazione dell'uva. Riconta a
voce bassa i raccoglitori venuti lo scorso anno, nominando anche i vecchi, ma
alcuni in paese sono morti altri, i giovani soprattutto, il paese l'hanno
abbandonato, tante donne non più giovanissime con i figli appresso, ma va bene
lo stesso. Le più in la con l'età, due tre, andranno sul carro a pigiare. A
sera non molto tarda si scenderà alla cascina. Ecco, si sentono arrivare, per
primo il tocco del campanaccio della "Lola", la fassona bianca che
ben conosce il cammino da anni e che rallenta prima che la grande, alta
cancellata di legno si apra all'ingresso dell'aia. Segue tutto il gruppo,
chiacchierio dopo chiacchierio, finalmente la giornata è finita. Al tavolone,
le assi di legno affiancate, canto e allegria e sentimenti nuovi porta questo
"nostro vino" e altri ancora durante la notte dolce delle Langhe. E
tanta pace, parole che ti frugano più dentro e che dal sangue risalgono legando
terra e amori con l'antico canto.
[DEDICATO
A MIO ZIO LUIGI, CONTADINO]
ETERNE RAGAZZE DEL CILE
Cantarono
canzoni di Serrat e di Violeta Parra, recitarono poesie di Pablo Neruda e di
Antonio Machado, cucinarono con le spezie di illusioni felici. Ridono e
ricordano un tiranno in uniforme di Villa Grimaldi.
Eccole
lì con il loro passo sicuro e l'orgoglio di chi ha rischiato tutto.
Quei
corpi che parlano d'amore, conservano l'amore di tutti i caduti.
Quelle
labbra che invitano al bacio si sono lamentate, ma non hanno detto neppure un
nome di persona, di fiume, di montagna, di bosco, di strada. Non hanno detto
nulla che servisse ad orientare i boia.
E quegli
occhi che si inondalo di luce e illuminano hanno pianto degnamente i morti del
Cile.
Fanciulle
in fiore e in minigonna degli anni settanta, ribelli nelle aule e nei costumi,
sovversive dell'amore e delle idee, compagne nell'anima e nella speranza,
eterne ragazze!
MIEI AUGURI
Vi
auguro dei sogni da non finire più e la voglia furiosa di realizzarne alcuni.
Vi
auguro di amare ciò che bisogna amare e dimenticare ciò che bisogna dimenticare.
Vi
auguro passioni, vi auguro silenzi.
Vi
auguro canti di uccelli svegli e risate di bambini.
A CHI
RESTA
Ho
ascoltato un suono acuto
che
sembra musica del futuro.
Ho visto
scrivere nell'aria con le braccia tese
libertà,
libertà !
e là
dove si abbracciano il mare al grande oceano
barche
che frustano le onde.
Dal cayo
giovani nuovi soffiano sul fuoco
perché
non si spenga,
lo
attizzano perché brillino le braci,
e poi lo
alimentano con legna secca
perché i
tizzoni della cultura restino vivi.
PENSIERO
La strada
lunga ed il percorso incerto
m'appoggio
al tronco del cipresso
ora
prostrato all'onda strepitante
parlo e
deliro con le speranze.
O
materna rossa terra mia
ricorderai
soltanto il canto del figlio
a me
prescrisse la sorte
solitaria
sepoltura.
Dopo che
il morbo sottentra
e fa di
più la vecchiezza
e
l'ombra della gelida profonda morte.
Meco
ritorna a vivere
il
grano, il bosco, il monte, il rio bianco
e
l'acqua e l'aria tersa.
Poi
dolce e chiara torna anche la notte
e senza
vento e quieta in mezzo agli orti
posa la
luna
e di
lontano rivela silente
ogni
linea piana ed ascendente.
Possente
dominator di mia mente
caro
dono del ciel
compagno
nei lugubri miei giorni
pensiero
che innanzi a me
così
spesso torni
contami
del volo lassù infinito
sussurrami
del frutto proibito.
AMANDA
Per quel poco che ho potuto starle vicino va riconosciuto ad
Amanda il merito di essere una giovane buona e seria, attenta e prodiga con la
sua famiglia e soprattutto le due gemelline sorelle che accudiva giornalmente,
ferma nei suoi sani propositi e con una vita da modella che avrebbe potuto
riservarle tantissime cose belle….un pensiero alla sua Mamma che non potrà
vederla anche se per l'ultima volta perché lontana dal Cayman…...Amanda era
molto, molto bella, aveva un fascino tutto suo proprio, ed era grandemente
elegante...ovunque tu sia andata sarai sempre con noi, nel ricordo di chi ti ha
voluto bene ed apprezzata… Amanda era giovanissima….un triste e maledetto 22
febbraio 2020 la sorte ha deciso di interrompere la sua vita terrena…...
GESU'
Ancora
una volta sei venuto tra noi Gesù
ma
nessuno più mi regala il filare di castagne che mio Padre comprava alla fiera
di Sant'Ambrogio
ma non
sento più il profumo delle bucce d'arancia che mia Madre metteva sopra la stufa
ancora
una volta sei venuto tra noi Gesù
ancora
una volta grazie
ma per
me sempre più triste diventa il giorno di festa.
ZIO GINO
Faccia a
faccia ci siamo guardati
in quel
posto lassù per vecchi
immerso
nelle colline delle Langhe
tu
pensavi ad altro
mentre
cercavo i tuoi occhi
quegli
occhi di buon contadino
poi quel
sorriso saltato fuori dagli sguardi
che
finalmente si sono incontrati.
Si
eravamo noi
proprio
noi
come
quando si beveva in allegria alla osteria
e sulla
tavola il salame di patate che sempre portavi.
Fuori
era freddo
ed il momento
dei saluti era rimandato di ora in ora
la
nebbia aveva già coperto tutto attorno
il
silenzio della notte sempre più cresceva nel profondo
e chissà
nel resto del mondo
ma noi
si parlava
si
parlava tanto
si
sognava un per l'altro un anno migliore.
Ora che
il sogno si confonde con la realtà
a te non
resta che sognare
a me un
altro breve giorno per continuare.
PENSIERO
Torna
l'autunno e l'inverno più bianco
nel
ricordo si ravviva il pianto
e d'aver
dato tanto
e
ricevuto solo un po' d'amore
forse
quel che basta
per
consolare il tuo dolore.
PENSIERO
..alla quiescenza vado sereno, lasciando te Ulisse scopritor
del mondo infinito l'ardito compito di trovar si bello luogo per vivir l'eterno
lutto…..vado e chiudo la mia anima agitata per non morir prima che la dea
Minerva colpir di spada dura voglia il mio cuor...che vola alto verso il cielo
dal blu diffuso e dal sipario eluso....