sabato 6 aprile 2013

Uniti per un mondo di pace e partecipazione

   


 
Sia pace per le aurore che verranno,
pace per il ponte, pace per il vino,
pace per le parole che mi frugano
più dentro e che dal mio sangue risalgono
legando terra e amori con l’antico canto...

Pablo Neruda

 
 

martedì 19 marzo 2013

Il borgo silenzioso del coma

E' un borgo molto particolare, unico in Italia ed in Europa: a mezza collina nel bosco, con veduta panoramica sull'Aldilà. Una specie di zona minata, fronte estremo della grande battaglia tra vita e morte. Dove la vita non è propriamente vita, ma dove nemmeno la morte è ancora effettivamente morte. A rendere questo villaggio unico nel suo genere sono gli inquilini: i ragazzi in coma. Questi nostri figli che escono di casa la mattina pieni di salute, con grandi aspettative, padroni del mondo, giustamente saturi di onnipotenza, ma che al primo incrocio, al primo semaforo non rispettato, alla prima folle impennata, al limite anche durante il più banale degli interventi chirurgici, si riducono ad essere come larve, senza più il dono del pensiero, della parola, del movimento, poveri angeli addormentati con la sveglia puntata su un'ora indefinita ed imprecisa di chissà quale  giorno, se mai ci sarà. Questi ragazzi richiedono  una gestione amorevole e specializzata:  oltre al dolore che portano dietro,  spesso restano a carico delle famiglie che cercano un posto dove continuare serenamente questa esistenza, in un mare gelido di tristezza e di solitudine. Ma un sogno dei sogni è stato realizzato vicino a Bologna: il borgo silenzioso del coma. Splendido, se un posto così può definirsi: i parenti, le mamme ed i papà vivono accanto ai loro malati, normalmente come in una casa, senza orari vietati, regolamenti, burocrazia. Una vita dignitosa, civile. Con l'assistenza operata da personale adeguato, da medici, e da ricercatori che il coma lo studiano a fondo. Questo borgo  ha un nome: Casa dei risvegli Luca De Nigris. Alla memoria di uno di loro, un ragazzo che il coma l'ha sopportato per otto mesi, riuscendo a batterlo per una volta, senza però vincerlo. Il suo papà e la sua mamma raccontano che adesso sta in Paradiso, senza più dolore e sofferenze, totalmente coinvolto nel grande compito di portare avanti il villaggio. Tutti siamo sicuri che se non fosse stato per lui tutto questo non sarebbe successo. La bella e triste storia della vita breve di questo straordinario ragazzo, dopo la  morte, agita rapidamente le forze e le energie del suoi genitori e di altre tantissime genti che assieme hanno condiviso il progetto di trasformare una tragedia in un grande disegno di speranza. Da lassù, Luca deve essersi messo subito al lavoro con quella vitalità tutta propria, contro ogni limite ed ogni sfortuna. Dall'alto è calata l'idea di questo villaggio, un posto dove il coma non sia una condanna ma soltanto una vita un poco strana, sperando che un giorno, prima o poi, arrivi il risveglio. Nulla sarebbe incominciato se Luca non fosse morto, e nessuno muore definitivamente finchè qualcuno lo ricorda ed il grande Luca vivrà sempre qui,  nel suo villaggio. Aveva un piccolo grande sogno: correre per una volta ancora sull'erba verde dei campi, in una notte subito dopo Natale glielo hanno negato, ma lui anche in questa circostanza non si è perso d'animo ed il suo papà e la sua mamma hanno incominciato a lavorare per la Casa dei risvegli, un sogno molto difficile. Stavolta il grande Luca ce l'ha fatta: chissà se un giorno un ragazzo, mille ragazzi guariti dal coma possano riprendere a correre sull'erba verde della collina. 
 
Roberto Dalzoppo - riproduzione vietata - 27 dicembre 2000


Nel 1992 a Rio de Janeiro conobbi - durante la presentazione di Projeto Pelorinho, un movimento artistico di cui fa parte anche la grande Lena de Bahía - la pittrice allora 28enne Margareth Lunna, nata a Feira de Santana, distante circa cento chilometri dalla città di São Salvador da Bahía de Todos os Santos.
A cena e nella conversazione, ad un tratto mi confidò: "Tutto è molto semplice e tutto allo stesso tempo complicato. La vita a sua volta è molto complicata per qualcuno e molto facile per altri. Questa è la verità. Io non posso lamentarmi della mia sorte. L'artista ha un modo diverso di vedere la realtà. La mia filosofia di vita si rafforza anche quando incontriamo persone belle e disposte a combattere le nostre battaglie, e questo ci dà stimoli per realizzare i nostri progetti. Sono stata fortunata."





sabato 9 marzo 2013

Home staging

Home stager, tradotto letteralmente in italiano: persona esperta della casa, figura professionale nata nel mondo anglosassone intorno agli anni settanta, è colui che...
 
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SALONE DI RICEVIMENTO
 
 

CUCINA


DIMORA TECNOLOGICA

 


BOISERIE NEL CORRIDOIO
BAGNO





CAMERA DA LETTO






mercoledì 6 marzo 2013

Il sogno bolivariano di Chávez

Hugo Rafael  Chávez Frías nasce il 28 luglio dell'anno 1954 a Sabaneta, cittadina dello Stato di Barinas, situata nella parte occidentale del Venezuela. Figlio di un maestro rurale...
 
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martedì 5 marzo 2013

Tux - simpatico pinguino

Tux è la mascotte ufficiale del kernel LINUX. Prende vita nell'anno 1996 dalla fantasiosa invenzione di Larry Ewing. Pinguino paffutello, simpaticissimo, soprattutto immagine di inesauribile contentezza. In verità, la prima idea venne a Tove Torvalds, consorte amorevole di Linus Torvalds, il padre-creatore di LINUX. Tux è sempre lì, pronto e imperturbabile, a vigilare sull'accesso scheduling e sulla esecuzione multitasking.
 
 
 
 
Saluti, tanti tanti baci da:
EVELYN - MAX    (WEBMASTER)
CRYSTAL - CATHLEEN - MAURO   (CREATIVE)

Luna amica

Luna di novembre,
grande luna piena,
limpida e melanconica,
luce di madreperla,
incanto di fascio luminoso,
corso miracoloso
verso l'ultima speranza:
toccarti per una sola volta
sicché perduri la notte
e non venga il giorno,
fermare un momento di felicità
lontano dalle parodie del destino,
prima che tu luna amica
sprofondi nel mare.
 
© by Roberto Dalzoppo - 9 maggio 1975
 
 


lunedì 4 marzo 2013

Vento di primavera - dal Nord Africa all'Europa Latina

Dopo che le  prime folate hanno ripulito l'aria del Nord Africa, il vento di primavera,  già transitato  sul bacino del Mediterraneo e lambito il sud della Penisola Balcanica, sta ora arrivando con forte intensità sui Paesi dell'Europa Latina: Italia, Spagna, Portogallo. Sulle magiche immense ali tiene stretti l'incanto, il miracolo, l'infinita bellezza. Tra i rami accende le gemme verdi e cambia d'improvviso il canto della terra, così nel cielo terso garriscono le rondini. I primi fiori con dolci profumi, i primi colori  rivivono all'orizzonte. La bella stagione è iniziata, finalmente. Una nuova storia, con la esse maiuscola, sta per essere scritta. Mentre nella Spreewald le betulle argentate, da lungo tempo, stanno ancora aspettando la gran luce del sole.

Roberto Dalzoppo 


Proprietà letteraria riservata - © 2013 

domenica 24 febbraio 2013

Analisi tecnica di borsa - program trading

Il program trading è un modello algoritmico che automaticamente genera indicatori per l'acquisto e la vendita dei titoli.
In poche parole: viene compiuta una analisi delle serie storiche dei prezzi correlati ai valori degli indicatori e degli oscillatori di supporto, tale analisi genera il segnale operativo.
Il program trading è messo a punto seguendo questo schema operativo: - determinazione degli indicatori sui quali stabilire le strategie, - verifica empirica delle serie storiche dei prezzi per tratteggiare l'andamento dei medesimi, - individuando i valori "soglia" combinati, ottimizzazione della lettura degli indicatori, - attuazione della migliore strategia (detta "regola") per determinare in automatico i segnali di acquisto e di vendita.
I modelli costruiti dal program trading, per definizione, sono inseguitori del trend e non sono in grado di intercettare i punti minimi e massimi, e di conseguenza il programma avvisa con ritardo le entrate e le uscite del mercato, da qui l'affermazione che sono difettosi nei periodi di trading range.
L'esigenza maggiore resta tuttavia il valore temporale di riferimento da monitorare per leggere con un risultato molto buono le serie storiche: gli stessi valori assunti subiscono una diversa interpretazione, stando in atto un bull o un bear market.
D'altro canto, il vantaggio principale risulta essere rilevabile dall'assenza di decisioni soggettive da parte dell'operatore.
Tuttavia i maggiori trend sono catturati da questi modelli e le operazioni in perdita chiuse entro un brevissimo lasso di tempo, quando l'operatività è legata ad una serie continua di entrate e di uscite totali.
Pertanto, l'utilizzo è bene esercitarlo su portafogli di piccole masse finanziarie  e su mercati ricchi di scambi.
Alla fin fine il program trading è un elemento di giudizio ulteriore nelle analisi del mercato. Infatti, usando i risultati aritmetici generati dai modelli come "allerta", secondo il principio della conferma - divergenza con altri strumenti indicatori, si aumenta la probabilità di essere in posizione remunerativa sullo scambio.

Roberto Dalzoppo
Board Member
DalTre Finance - Ave. Samuel Lewis,
Torre Generali, Piso 3 - Panamá

© Riproduzione vietata - 02.07.1989

 
 


sabato 23 febbraio 2013

Alicia Alonso - la Divina della danza cubana

[IN ALLESTIMENTO]
 
 
 
 
Alicia Alonso

Curva di Laffer - una teoria buttata giù così

Il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz la definisce nel suo libro "I ruggenti anni novanta" una teoria buttata giù così, su un foglio di carta. E' la curva di Laffer, rappresentata dalla curva a campana, dove sono messi in relazione le aliquote delle imposte, sull'asse delle ascisse, e le entrate fiscali, sull'asse delle ordinate.
(Breve nota: curva a campana, nota come campana di Gauss, il matematico tedesco Carl Friederich, è la distribuzione continua di probabilità, spesso usata come approssimazione, per tratteggiare variabili casuali vincolate a valori reali che tendono ad avvicinarsi e producono una omogeneità, espressione del valore medio.)
Fu studiata e presentata all'allora candidato alla Presidenza degli Stati Uniti d'America, Ronald Reagan, dall'economista Arthur Laffer, professore alla University of Southern California, con lo scopo di poter realizzare una diminuzione delle imposte dirette.
La curva di Laffer si traduce, in poche parole, nella ipotesi che esiste un tale livello di prelievo fiscale superato il quale l'attività economica non è più congrua tanto che il gettito medesimo (una volta raggiunto il  massimo della crescita) inizia a diminuire, a poco a poco, fin all'azzeramento.
Nella teoria keynesiana il debito pubblico è la differenza tra l'ammontare delle tasse in entrata e la spesa pubblica. Il gettito fiscale, risultante dalle aliquote stabilite per il PIL, è direttamente correlato alla produttività di ricchezza.
Ritornando alla curva di Laffer: esiste una aliquota (indicata nel punto più alto della curva a campana letto sull'asse delle ascisse) oltre la quale un ulteriore aumento delle imposte disincentiverebbe l'operato delle attività economiche con conseguente riduzione del gettito totale, in misura sempre più amplia, come già accennato sopra,  fin all'azzeramento complessivo, per tre fenomeni: evasione, elusione, sottrazione. Così dichiarando un minore imponibile, manipolando la natura dell'operazione, eliminando o trasferendo l'imponibile stesso soggetto alla tassazione.
Tuttavia, alcuni economisti sono scettici ed affermano che questa "teoria" non abbia avuto alcuna conferma empirica, durante gli anni successivi alla sua enunciazione.
Pertanto, è stato invece dimostrato che l'effetto si sarebbe prodotto qualora negli Stati Uniti d'America il tasso minimo delle imposte sul reddito avesse raggiunto almeno l'aliquota percentuale del settanta.
Philip Mirowski, storico di economia alla University of  Notre Dame, nel Journal of Economic Issues del settembre 1982, definisce la curva di Laffer "voodoo economics".
 
 
Roberto Dalzoppo - riproduzione vietata
 

venerdì 22 febbraio 2013

Dall'economia di comando al socialismo di mercato


Il testo di seguito riportato è stato scritto il 9 aprile 1988, prima della caduta del muro di Berlino avvenuta esattamente il 9 novembre dell'anno successivo. Per certi versi, penso tuttavia sia ancora attuale per le considerazioni annotate, economiche e sulla  forza lavoro.
 
A ben dire l'economia di comando è una forma organizzativa che esattamente non è mai stata definita, né tantomeno potrebbe esserlo. Caratteri distintivi sono la proprietà pubblica degli strumenti di produzione, la pianificazione sempre generalizzata, le linee decisionali accentrate  prese  con  metodi amministrativi, possibilmente seguendo la logica del mercato interno ed utilizzando le risorse in modo razionale, secondo il principio del minimo prezzo (Ward - 1967).
L'ipotesi che viene addotta è quella che le domande finali siano scelte dal pianificatore con la conseguenza che solo per certi aspetti possono considerarsi razionali, certo non per quanto riguarda la scelta dei beni da consumare, tanto che restano vaghi i criteri  non definiti, né definibili.
Pertanto, per realizzare un vero e proprio socialismo di mercato occorrerà introdurre un sistema di prezzi reali -  e legati ad un mercato continentale quantomeno -  che equilibrino domande ed offerte e che, di fatto, siano armonizzati dal sistema impresa sulla base delle proprie esigenze e decisioni collaterali.
Di fatto: beni di consumo razionati, in vari modi, e distribuiti solo sulla capacità di spesa degli individui. Ed ancora: beni capitali assegnati non più solo conformemente ai piani statali.
Dall'economia di comando ad una economia dove la quantità dei beni da produrre sia determinata dalle scelte dei consumatori e delle imprese, quindi domanda ed offerta libere, fatto salvo che resta pubblica la proprietà degli strumenti e delle infrastrutture di produzione, questo è il passaggio al socialismo di mercato, sistema definibile con precisione per due elementi fondamentali che lo caratterizzano: pubblica rimane la proprietà degli strumenti e delle infrastrutture produttive, secondo: è sulla libera scelta delle famiglie e delle imprese che si costruisce la determinazione dei prezzi e delle quantità dei beni da produrre.
Economia competitiva per eccellenza è il capitalismo, ciascuno guadagna secondo la propria capacità di fare denaro e nella contesa  vince la massa finanziaria predominante, molta attenzione allo sviluppo di ricerca, alla produttività selettiva che rimane interna, al perfezionamento delle linee guida produttive.
Socialismo di mercato, sistema meno competitivo, più attento agli aspetti dell'uguaglianza, del soccorso sociale, della cultura in generale, dell'ambiente.
Perdenti della lotta capitalistica con movimento migratorio verso il paese socialista, emergenti che, pur apprezzando i vantaggi del socialismo, tendono ad andare laddove, per le loro doti, potrebbero meglio mettere a profitto le loro capacità.
Naturalmente questa migrazione andrebbe a tutto beneficio del capitalismo: crescerebbe il reddito individuale e la ricchezza spendibile.
Nel socialismo di mercato almeno la distribuzione del reddito non è determinata esclusivamente dalla legge della domanda e della offerta, ma anche dal criterio prescelto di giustizia sociale.
Quando il tasso di produzione superava nell'URSS le due cifre, Maurice Dobb già affermava che una economia a rigida pianificazione dà il meglio nella fase della fuori uscita dal sottosviluppo e della prima industrializzazione. In quella fase, il vantaggio del pieno utilizzo delle risorse - negato a un'economia di mercato dalla instabilità ciclica - domina lo svantaggio dell'inefficiente utilizzo delle risorse. In assenza dei necessari adattamenti di sistema, il saldo muta poi di segno allorquando si entra nella fase in cui le variazioni di composizione della domanda si fanno troppo rapide e difficili da cogliere, perchè in quei sistemi l'offerta possa corrispondervi.
E per finire: importante è che l'espansione del commercio mondiale e le politiche commerciali dei paesi maggiormente industrializzati consentano alle economie di comando ed al socialismo di mercato poi di speciallizzarsi nei settori in cui possano avere vantaggi comparati



© by Roberto Dalzoppo - aprile 1988 - riproduzione vietata
 
 


martedì 19 febbraio 2013

La passeggiata della Valchiria - gesta epiche dei contrari

C'era una volta...la Valchiria (Die Walküre), graziosa donna non più giovane, dai lunghi capelli biondi con elmo e lancia, cavalcante asini non proprio di razza pura. Senza poi tanta fortuna sceglieva i più valorosi tra i caduti in disgrazia per condurli nel Valhalla e istruirli a combattere  la grande battaglia finale, contro il terribile vecchio dalla lunga barba ed il fratello minore...il racconto si interrompe, senza una fine bella o brutta che al momento non si sa quale potrebbe essere.
 
Scusate se non ho avvisato prima adeguatamente, nel senso che dal titolo ci si aspetta chissà che. Lingua antica: “epico” trattasi di carme che canta imprese nobili e da eroi. Canto “epico lirico” dicasi di narrativo con esaltazione lirica, con ispirazione sentimentale. Pertanto, meglio correggere da "gesta epiche" in "gesta epico liriche" dei contrari. Per dirla tutta, sono davvero pochi: si contano sulle dita delle mani, forse cinque quando piove, forse dieci con il sole. Storici, filosofi, scrittori, sociologi, economisti di questa Cuba, così com'è, che mai è stata svenduta, che va avanti tra mille difficoltà, testa alta, perla del Caribe ora come allora. Contrari in cerca di adepti, senza affiliati, con pochi affiliati. Contrari, una foto ogni tre passi da pubblicare qua e là dove capita, qua e là una intervista come capita. Contrari che, alla fine, sono né storici, né filosofi, né scrittori, né sociologi, né economisti e nemmeno tanto esperti attacchini di manifesti murali. Si atteggiano, predicano, inneggiano a ciò che già si sa, con il malumore ed il rancore di non poter vedere realizzato, almeno per ora, il “caos”, la confusione dentro di loro. Termino: “ Toma, es sólo un corazón, - tenlo en tu mano - y cuando llega el día, - abre tu mano para che el sol lo caliente." Così scriveva Julio Roberto Cáceres Valle, guatemalteco ed amico del Comandante Ernesto Guevara. E' un inno alla terra di Cuba, alla donna lasciata nell'Isola della mariposa. Una camminata senza fine, lungo la spiaggia lucente, in una "madrugada" che dura dall'anno 1959. Da lontano arriva la musica di Guajira Guantanamera, trasportata dal vento di primavera.
 
Roberto Dalzoppo - Prima stesura 2 maggio 2012







 


 


lunedì 18 febbraio 2013

Maila - l'incantevole pittura della Palmera del Pilar


Maila Magdeline Verdecia
Maila nasce a Palma Soriano nella Provincia di Santiago de Cuba, a oriente , dove la luce del sole accende per primi i magici colori dell'Isola di Cuba.

[IN ALLESTIMENTO]

















Descanso desnudo
















La vendedora de flores








La grande ciudad




mercoledì 13 febbraio 2013

José Rubiera - la magia fotografica di Cuba


José Rubiera,  tra i più eminenti  artisti cubani, fotografa la vita, la gente, la strada della sua Isola  e fissa con splendide immagini  quegli istanti che dureranno per sempre.
Nasce a La Habana - Cuba nell'anno 1946 ed è membro della Unione Internazionale dei Fotografi.
Tre fotografie particolarmente, in bianco e nero:  EL RETO - SECANDO REDES - SOLEDAD,  pubblicate in calce, richiamano la nostra attenzione. Rendono  plastica l'immagine rappresentata, pur quando il movimento si sviluppa continuativo nella immaginazione. Continua il mare a sversare acqua oltre il muraglione, continua la nave a beneficiare del vento, continua la camminata del cavallo lungo il sentiero attraverso i campi.  Sono impressi nitidamente  eventi naturali come le onde burrascose, il cielo coperto, il paesaggio soleggiato. Correlati ai giovani, alle reti dei pescatori, all'uomo sul cavallo che sono i protagonisti di azioni, reazioni e sensazioni  di gioia e di sfida al mare,  di operosità, di solitudine. La natura, con i suoi differenti simboli, trova evidenza in giusta graduazione  : la forza dell'acqua spumeggiante, e quella immaginata del vento, il grande albero maestoso che presiede la campagna. Sono immagini quasi svincolate dal  momento  e dal  luogo, dal passato al presente  proiettate nel futuro, appartenenti alla allegria  propria di  tutti gli adolescenti, alla navigazione sul mare, ad uno stato emozionale che tutti abbiamo provato. E qui la fotografia può definirsi opera d' arte, perchè ti coinvolge  e quando torni a rivederla ti dona altre sensazioni ed altre ancora le prossime volte. E ti viene da dire: bella, veramente bella.





José Rubiera - Foto Gilberto Rabassa




Ringraziamo personalmente l'autore che, dando il suo consenso e l'autorizzazione, ha permesso la pubblicazione delle fotografie sotto riprodotte, ricavate dal sito: www.joserubiera.com/




EL RETO

SECANDO REDES

SOLEDAD


RIPRODUZIONE VIETATA
FOTOGRAFIE  COPYRIGHT © 2012 - 2013 JOSÉ RUBIERA

lunedì 11 febbraio 2013

Chapeau - tortelli mantovani di zucca

Da parte di mio papà , la famiglia era originaria del mantovano: un piccolo paese dove scorre l'acqua del Po, poco prima  che il grande fiume riceva l'affluente Mincio,  che  vien giù da Mantova. Esattamente: Brede. Mio nonno aveva diversi mulini ad acqua costruiti proprio sulle sponde, in quelle zone. Poi una sera maledetta si annegò tra quei vortici  pericolosi che ti tolgono le forze ed il suo corpo non fu mai più ritrovato. Mio padre rimase così a nove anni privo di uno dei genitori, e con lui le  due sorelle Francesca e Rosa. Quando più tardi ed in là con gli anni  mi raccontava della sua infanzia diceva sempre che la sua "grande madre" aveva fatto non pochi sacrifici, ma davvero sacrifici, per crescere quelle due femmine e quel maschio. Ma diceva anche che mia nonna Domitilla era stata una grande cuoca di casa, e che pochi come lei sapevano "trattare la zucca". Questo dono passò con gli anni a mia zia Francesca: i suoi tortelli di zucca, fatti a forma di agnolotto, erano di una prelibatezza straordinaria. Adesso, un poco ricordando ed un poco rivisitando gli appunti scritti quand'ero bambino sul tavolo da apparecchiare mentre si cucinava il pranzo della domenica, vi dico come si preparano ed altresì alcune curiosità sulla zucca, questa "simpatica" pianta facente parte della famiglia delle cucurbitacee.

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FAROLITO - EXECUTIVE CHEF IL SOGNO DEL CARIBE



Parole del sasso

E parla il sasso all'acqua
che scorre attorno con gocce di luminosità,
 
e parla l'acqua all'erba
che è lambita a valle con magica continuazione,
 
e parla l'erba al grande albero
che sta sopra con le fronde al vento eterno,
 
e parla il grande albero alla capinera
che si posa in cima sull'ultimo ramo prima della allegra migrazione,
 
e parla con la dolcezza del suo canto la capinera all'uomo
che percorre la strada nel bosco ameno,
 
ma l'uomo non capisce le parole del sasso
quando si accende il mondo al sorgere del sole
e quando si spegne il mondo al sorgere della luna.
 
Roberto Dalzoppo


domenica 10 febbraio 2013

I ragazzi della notte

I ragazzi della notte stanno aprendo il loro cuore,
i ragazzi della notte sono in cerca del primo amore,
i ragazzi della notte si baciano al primo chiarore,

i ragazzi della notte si  promettono fedeltà nel giorno che verrà,
i ragazzi della notte cercano l'eternità,

sono i ragazzi della notte e credono che la gioventù mai finirà. 


Roberto Dalzoppo

Rubin Carter - l'urlo contro l'ingiustizia razzista

A  Clifton, cittadina nella Passaic County  a   nord dello  Stato  del New Jersey, il 6 maggio 1937 nasce Rubin Carter che passerà alla storia come  Hurricane.   Già  da   bambino, era piuttosto   vivace, contrasta gli abusi omosessuali rivolti ai  piccoli di colore, come lui, e per questo avrà la sua prima ingiusta punizione   da    parte della polizia che era apertamente "contro i neri".  Di lui canterà Bob Dylan: "Ora tutti i criminali in giacca e cravatta sono liberi di bere Martini e guardare l'alba, mentre Rubin siede come un Budda in una piccola cella, un innocente all'inferno, questa è la storia di Hurricane, ma non sarà finita fino a quando non riabiliteranno il suo nome e gli daranno indietro il tempo perduto, lo misero in galera ma avrebbe potuto essere il campione del mondo. Il processo fu un circolo di maiali e non aveva possibilità... per la gente bianca lui era un fannullone rivoluzionario, e per la gente nera lui era solo un pazzo nero..." Infatti, era ormai prossimo a diventare campione mondiale dei pesi medi (tra l'altro in un incontro mandò al tappeto Emile Griffith), quando, arrestato e processato, fu segregato per vent'anni in carcere, accusato di   omicidio plurimo consumato in un locale di Paterson, ma ingiustamente perchè totalmente estraneo all'evento. Nel percorso della  sua vita accadrà però, ad un certo momento, qualcosa di veramente straordinario : lo scambio epistolare con un giovane di colore, Lesra Martin (che andrà ad incontrarlo in carcere e diventeranno così amici, uno con  l'altro condividendo stati d'animo e speranze di "libertà"), sarà l'inizio che porterà ad un lieto fine. Dopo la revisione degli altri due precedenti processi, sarà scagionato e liberato definitivamente. Hurricane resta un  simbolo della ingiustizia perpetrata, negli anni sessanta soprattutto, contro la popolazione di colore americana, a differenti livelli, e la volontà e la forza di riscatto di costoro per preservare per se e per i propri figli la dignità di cittadini con uguali doveri e diritti. Hurricane è la tenacia del nero analfabeta che si applica e impara a leggere e scopre nuovi mondi luminosi dove vive con la fantasia, sebbene detenuto. Hurricane è la verità che trionfa, dopo tanto tempo, nella strana concomitanza degli eventi. La magia dell'essere diventato un "uomo diverso". Che i nostri figli, ed i figli dei nostri figli sappiano e si ricordino di Rubin Carter, l'urlo contro l'ingiustizia razzista.

© by Roberto Dalzoppo - riproduzione vietata

giovedì 7 febbraio 2013

Adesso, mi fermo un poco...

Giancarlos Alexis - Sandra
Adesso, mi fermo un poco. Quando ero bambino i miei genitori, la famiglia era "modesta", mi mandavano a passare le vacanze estive prima nella colonia al mare ed il periodo successivo in campagna dai miei zii che coltivavano la terra, in poche parole erano "contadini a mezzadria". Ebbene, a me piaceva tantissimo condividere il tramonto in mezzo a quei verdi campi coltivati ad "erba per le mucche" confinanti con la vigna. Un foglio di quaderno della Pigna (antica fabbrica cartiera) ed una matita senza punta. Perchè volevo scrivere, ma facevo per finta ed invece passavo il tempo, quell'oretta circa a guardare il sole calare giù. Spargeva una luce rossa bellissima. A distanza di quasi cinquant'anni (ne ho sessanta) provo a soddisfare lo stesso desiderio di scrivere: così nasce codesto portale, esattamente il 17 gennaio di quest'anno 2013. E' passato pochissimo tempo, tuttavia devo fermarmi un poco per via del ritorno a Cuba, a breve, e del disbrigo di "altre faccende" in Italia. Scusatemi, scusatemi tanto, anche quando trovate post (corrispondenza, comunicazione tradotto nella lingua italiana) - [IN ALLESTIMENTO]. Verranno terminati, comunque. Mi sarebbe dispiaciuto chiudere definitivamente: poco a poco come promesso verranno completati ed altri ne seguiranno. Tutto questo mi ricorda quando abitavo con i miei genitori nella "casa riscaldata dalla stufetta a legna, e poco carbone": nel periodo natalizio mia Mamma comprava le arance ed usava mettere la buccia sulla parte superiore nera di quella "Tibet n°1" che a dire il vero non scaldava molto; io ero impaziente perchè sapevo che di lì a poco si sarebbe sparso un profumo straordinario e fresco per tutta la cucina e come durava e come era bello. Occorre aspettare un poco, così per tutte le cose della vita. Vale anche per "il sogno del Caribe" che è stato realizzato perchè, come scriveva Enzo Biagi, "...da bambino, in certe conchiglie trovate sulla spiaggia, sentivo il rumore del mare. Vorrei provare ancora." Io vorrei provare ancora a risalire i tre piani di casa, velocemente, con nelle mani il pezzo di ghiaccio che l'uomo del carretto verde mi dava, quando le offrivo in cambio il pane raffermo, avanzato, per il cavallo. Erano gli anni in cui Martin Luther King scriveva: "Realmente, questo è un gran tempo per vivere. Perciò, io non sono ancora scoraggiato riguardo al futuro. D'accordo che il facile ottimismo di ieri è impossibile; d'accordo che ci troviamo di fronte ad una crisi mondiale che così spesso ci lascia eretti in mezzo al crescente mormorio dell'agitato mare della vita. Ma ogni cosa ha al tempo stesso i suoi rischi e le sue possibilità: può significare salvezza o condanna. In un mondo buio e confuso, il Regno di Dio può ancora regnare nel cuore degli uomini."  Sono certo che sarà così per tutti, per gli amici, per mia moglie Sandra, per il nostro giovane Giancarlos Alexis. Scegliamo di rendere le nostre giornate, grandi giornate. E quando ci sentiamo venir meno l'energia proviamo questo rimedio: andiamo in cerca di qualcosa che abbia bisogno di un tocco di eccellenza, qualcuno di una mano, una parola di sostegno od un orecchio attento ed alletiamo i suoi giorni. A questo proposito ricordate che la vostra energia collaborativa, che vorrete trasmettere, vale mille soli, mille lune e tutte le stelle. Nella vita tutti noi abbiamo un sogno, seppur piccolo, piccolo. I sogni passano fugaci come il vento di marzo. Ma se crediamo e speriamo, con tutte le nostre forze, il vento può tornare indietro. Grazie di starmi vicino, di sperare con me, con "il sogno del Caribe".


Roberto Dalzoppo

Poscritto: ringrazio vivamente i webmaster Evelyn e Max (per la progettazione e la costruzione del portale) ed i creativi Crystal, Cathleen e Mauro (per l'impianto grafico della "testatina" della home page) che hanno collaborato con me. 


mercoledì 6 febbraio 2013

Il francobollo - immagini testimonianza della storicità quotidiana

[IN ALLESTIMENTO]



Italia - emissione commemorativa del 12.2.2000
V SIMPOSIO MULTIDISCIPLINARE MALATTIE DEL SENO
[nostra collezione filatelica]






Excelente - café de Cuba cortado con aguardiente de Italia

[IN ALLESTIMENTO]



Caffè CUBITA
Acquavite stravecchia  MAZZETTI - 60 gradi - anno 1949
(bottiglia della nostra collezione)

martedì 5 febbraio 2013

Sapere di più per chiedere di meno


[IN ALLESTIMENTO]

Autore: Bruno Bosco - Pianificazione e mercato nell'economia cubana contemporanea

  



Autore: COFACE - Guida al Rischio Paese

Il tris d'assi della cucina cubana a Milano

Eccoli: famosi, allegri, sempre disponibili, sono i creativi della cucina criolla a Milano, il prestigioso tris d'assi che elabora gustosissimi piatti, anche per i palati più esigenti.


Machy Fernandez "el Primero"
Chef Tocororo
Corsico - Milano










 

Barbara Reinoso "Barbarita"
Chef Havana Café
Milano

Ariel Aching "el Chino"
Chef La Bodeguita del Medio
Milano
 






lunedì 4 febbraio 2013

Yoani Sánchez - lettera mai spedita

Carissima Yoani,
quando l'aereo decollerà dalla "tua Isola" diretto al "Paese diverso", senz'altro acquisterai maggior certezza di avere superato un traguardo della tua vita, ed io aggiungo: lunga vita alle donne ed agli uomini che hanno intrapreso strade alternative ed hanno resistito sino alla fine.
Nel "Paese diverso" sarai riconosciuta dalla gente forse più di quanto non lo eri stata nella "tua Isola".
Sarà allora che percorrerai lunghissime strade che attraverseranno immense praterie, e quelle strade non avranno, al bordo, immagini dei volti di eroi, giovani e vecchi, bianchi e neri. Eroi che hanno creduto di portare umanità ed uguaglianza nel mosaico etnico e spirituale della "tua Isola", in tutto ciò che Alejo Carpentier definisce "il reale meraviglioso" e di cui Nicolás Guillén annota: "Siamo insieme, uniti da tempi antichissimi. Giovani, vecchi, neri e bianchi, tutto mescolato, tutto mescolato." Eroi che hanno dato la vita per questa giovane Repubblica, della quale il primo presidente, Tomás Estrada Palma, alla fin fine fu eletto solamente nell'anno 1902. Eroi che soprattutto e sempre sono stati in grado di sentire nel più profondo dei loro cuori, e di combattere, le ingiustizie commesse contro qualsiasi essere umano, in qualsiasi parte del mondo. Eroi che hanno contribuito a costruire un nazionalismo più orgoglioso e, per certi versi, più libertà. Ma ancora di più quella libertà che c'è dentro di noi, svincolata dai sistemi, che ci appartiene in prima persona e ci fa sentire uomini integri, e ci prepara a sopportare qualsiasi prova.
Lunghissime strade, quelle del "Paese diverso",  dove spesso non sei aiutato, perchè incontri nessuno, lunghissime strade che spesso ti stancano, lunghissime strade che non finiscono mai, o quasi mai, perchè sono incompiute.
Come il sonno  nuovi sogni, così  il mare porta a nuovi  lidi. Giusto e bene è che tu percorra le lunghissime strade del "Paese diverso", ma non dimenticare mai quelle dove hai imparato a correre per la prima volta. Un giorno potresti perderti, quando ritornerai alla "tua Isola".
Tanta, tantissima buona fortuna, sempre, carissima Amica.

Roberto Dalzoppo

domenica 3 febbraio 2013

Stalingrado - il 2 febbraio di 70 anni fa terminava l'assedio

Proprio in questi giorni, cercando per caso, ho ripreso tra le mani il libro titolato "La Hazaña de Leningrado" , eroica epopea di valore e resistenza nella seconda guerra mondiale, editato a La Habana nel 1985 da Editorial de Ciencias Sociales. Ne sono autori N. Kislitsyn e V. Zubakov. Leningrado e Stalingrado sono la medesima città, chiamata così in epoche diverse, che attualmente ha ripreso il suo nome originario: San Pietroburgo, fondata dallo Zar Pietro "il Grande" nell'anno 1703, una delle capitali culturali europee più significative, con i suoi faraonici palazzi che si specchiano nella neve, quando nel solstizio d'estate offre l'opportunità durante le  "notti bianche"  di ammirare la spettacolare  aurora boreale.
"La hazaña" tradotto in italiano significa "la prodezza", quella che il 2 febbraio 1943 portò il Supremo Comando Sovietico ad annunciare: "è terminata l'operazione Stalingrado". 
Nella seconda foto al  lato sinistro si legge: all'amico Roberto gli dedico questo libro con tutto l'affetto. Ed è ciò che annotò, donandomelo  nell'anno 1999,  il padre di Machy e di Lenin Fernandez, un "grande vecchio" che era stato "un "grande cubano".
Quasi alla fine del libro, gli autori così scrivono: "Già il tempo trascorso ha cicatrizzato le ferite inflitte dalla guerra. Nuove generazioni di sovietici sono al fianco dei veterani che hanno combattuto. Il tempo della pace genera nuovi eroi: costruiscono città, fondono l'acciaio, coltivano il grano ed educano i bambini. Però sanno che questo cielo di pace è stato conquistato con un combattimento  mortale". Perchè nessuno dimentichi, perchè nessuno ripeta gli stessi errori, mai più.

© Roberto Dalzoppo - riproduzione vietata

Palazzo d'Inverno - San Pietroburgo

sabato 2 febbraio 2013

Sloppy Joe's Bar - riapertura


Chiuso nell'anno 1965, ecco che riapre il Sloppy Joe's Bar, lì dove era prima.
Intorno agli anni '50 il Los Angeles Times lo descriveva come "uno dei bar più famosi al mondo", ubicato all'angolo   di Calle Animas con Calle  Zulueta,  a La Habana, poco poco  lontano dagli altri due  rinomati locali, El Floridita, all'inizio del Calle Obispo, e quello   dell'Hotel Plaza che proponeva al suo interno il servizio bar. Famoso per la professionalità dei dipendenti, la prestazione delle offerte, i suoi panini, i suoi cocktail: 169 per l'esattezza, le marche del "ron" invecchiato, i personaggi che lo frequentavano, quell'atmosfera elegante e magica di trasgressione. Con il  mitico bancone di ben 18 metri di caoba nera rappresentava il punto di ritrovo per eccellenza degli americani che...
 
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venerdì 1 febbraio 2013

Luisito - il bimbo santiaguero dagli occhi pieni di luce

Quando incontrai per la prima volta Luisito fu in casa di Maria Cristina, zia di mia miglie Sandra, che abita a Santiago de Cuba, e la prima cosa che vidi furono questi grandi occhi neri pieni di luce.........

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giovedì 31 gennaio 2013

Alina Izquierdo - la voz de diamante de Cuba

E' una tra le più grandi artiste viventi che l'Isola del Grande Caimano ha regalato al mondo intero, è "la voz de diamante de Cuba".
Poco più che diciottenne, viene scoperta dal famoso musicista Pablo Torres, quando poi a vent'anni incanta il pubblico sudamericano presente ad un concerto svoltosi nel prestigioso Teatro Karl Marx de La Habana. La sua voce pare che quel giorno fermò per un poco il tramonto del sole............

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mercoledì 30 gennaio 2013

Thomas Sankara - il Che Guevara d'Africa

Thomas Isidore Noël Sankara nasce a Yako, Alto Volta, il 21 dicembre 1949....

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"Parlo a nome delle madri che nei nostri Paesi impoveriti..."

COHIBA - Espléndidos (totalmente a mano)

Di Cuba e della sua terra rossa e del suo Popolo, i sigari rappresentano......

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Espléndidos
Vitola de Galera: Julieta n°2.
Tempo totale di durata per il sigaro fumato: 1h 35'.
Misure: lunghezza 178 mm. - RG 47.
Occasione: dopo i pasti.
Invecchiamento: 5 - 10 anni.
Abbinamento: caffè giamaicano Blue Mountain in pressofusione, Porto Vintage, Bas Armagnac.





COHIBA -  Espléndidos 
COMOY'S  - Grand Slam - sabbiata con fascia in argento
SAVINELLI  - Punto Oro mod. 614 - spring liscia con fascia in oro
(pipe della nostra collezione) 




COHIBA -  Espléndidos - confezione boîte nature da 25 pezzi
SAVINELLI - mod. 621 - liscia con bocchino di ambra chiara
SAVINELLI - Solaria mod. 173 - liscia con bocchino di ambra chiara
CAVICCHI - Fumo Lento © fatto a mano in Italia - liscia con fascia in argento
STANWELL - De Luxe 84 - bent apple sabbiata
PETERSON - Ashford A3 - liscia con bocchino palatale
BREBBIA - 1007 - billiard sabbiata
(pipe della nostra collezione)

venerdì 25 gennaio 2013

Farolito Café

Farolito Café è stata una importante e prestigiosa realtà nell'ambito dell'attività nel settore della ristorazione, poi dismessa, ubicato nella centralissima zona Duomo della città di Milano.