martedì 19 marzo 2013

Il borgo silenzioso del coma

E' un borgo molto particolare, unico in Italia ed in Europa: a mezza collina nel bosco, con veduta panoramica sull'Aldilà. Una specie di zona minata, fronte estremo della grande battaglia tra vita e morte. Dove la vita non è propriamente vita, ma dove nemmeno la morte è ancora effettivamente morte. A rendere questo villaggio unico nel suo genere sono gli inquilini: i ragazzi in coma. Questi nostri figli che escono di casa la mattina pieni di salute, con grandi aspettative, padroni del mondo, giustamente saturi di onnipotenza, ma che al primo incrocio, al primo semaforo non rispettato, alla prima folle impennata, al limite anche durante il più banale degli interventi chirurgici, si riducono ad essere come larve, senza più il dono del pensiero, della parola, del movimento, poveri angeli addormentati con la sveglia puntata su un'ora indefinita ed imprecisa di chissà quale  giorno, se mai ci sarà. Questi ragazzi richiedono  una gestione amorevole e specializzata:  oltre al dolore che portano dietro,  spesso restano a carico delle famiglie che cercano un posto dove continuare serenamente questa esistenza, in un mare gelido di tristezza e di solitudine. Ma un sogno dei sogni è stato realizzato vicino a Bologna: il borgo silenzioso del coma. Splendido, se un posto così può definirsi: i parenti, le mamme ed i papà vivono accanto ai loro malati, normalmente come in una casa, senza orari vietati, regolamenti, burocrazia. Una vita dignitosa, civile. Con l'assistenza operata da personale adeguato, da medici, e da ricercatori che il coma lo studiano a fondo. Questo borgo  ha un nome: Casa dei risvegli Luca De Nigris. Alla memoria di uno di loro, un ragazzo che il coma l'ha sopportato per otto mesi, riuscendo a batterlo per una volta, senza però vincerlo. Il suo papà e la sua mamma raccontano che adesso sta in Paradiso, senza più dolore e sofferenze, totalmente coinvolto nel grande compito di portare avanti il villaggio. Tutti siamo sicuri che se non fosse stato per lui tutto questo non sarebbe successo. La bella e triste storia della vita breve di questo straordinario ragazzo, dopo la  morte, agita rapidamente le forze e le energie del suoi genitori e di altre tantissime genti che assieme hanno condiviso il progetto di trasformare una tragedia in un grande disegno di speranza. Da lassù, Luca deve essersi messo subito al lavoro con quella vitalità tutta propria, contro ogni limite ed ogni sfortuna. Dall'alto è calata l'idea di questo villaggio, un posto dove il coma non sia una condanna ma soltanto una vita un poco strana, sperando che un giorno, prima o poi, arrivi il risveglio. Nulla sarebbe incominciato se Luca non fosse morto, e nessuno muore definitivamente finchè qualcuno lo ricorda ed il grande Luca vivrà sempre qui,  nel suo villaggio. Aveva un piccolo grande sogno: correre per una volta ancora sull'erba verde dei campi, in una notte subito dopo Natale glielo hanno negato, ma lui anche in questa circostanza non si è perso d'animo ed il suo papà e la sua mamma hanno incominciato a lavorare per la Casa dei risvegli, un sogno molto difficile. Stavolta il grande Luca ce l'ha fatta: chissà se un giorno un ragazzo, mille ragazzi guariti dal coma possano riprendere a correre sull'erba verde della collina. 
 
Roberto Dalzoppo - riproduzione vietata - 27 dicembre 2000


Nel 1992 a Rio de Janeiro conobbi - durante la presentazione di Projeto Pelorinho, un movimento artistico di cui fa parte anche la grande Lena de Bahía - la pittrice allora 28enne Margareth Lunna, nata a Feira de Santana, distante circa cento chilometri dalla città di São Salvador da Bahía de Todos os Santos.
A cena e nella conversazione, ad un tratto mi confidò: "Tutto è molto semplice e tutto allo stesso tempo complicato. La vita a sua volta è molto complicata per qualcuno e molto facile per altri. Questa è la verità. Io non posso lamentarmi della mia sorte. L'artista ha un modo diverso di vedere la realtà. La mia filosofia di vita si rafforza anche quando incontriamo persone belle e disposte a combattere le nostre battaglie, e questo ci dà stimoli per realizzare i nostri progetti. Sono stata fortunata."