sabato 23 febbraio 2013

Curva di Laffer - una teoria buttata giù così

Il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz la definisce nel suo libro "I ruggenti anni novanta" una teoria buttata giù così, su un foglio di carta. E' la curva di Laffer, rappresentata dalla curva a campana, dove sono messi in relazione le aliquote delle imposte, sull'asse delle ascisse, e le entrate fiscali, sull'asse delle ordinate.
(Breve nota: curva a campana, nota come campana di Gauss, il matematico tedesco Carl Friederich, è la distribuzione continua di probabilità, spesso usata come approssimazione, per tratteggiare variabili casuali vincolate a valori reali che tendono ad avvicinarsi e producono una omogeneità, espressione del valore medio.)
Fu studiata e presentata all'allora candidato alla Presidenza degli Stati Uniti d'America, Ronald Reagan, dall'economista Arthur Laffer, professore alla University of Southern California, con lo scopo di poter realizzare una diminuzione delle imposte dirette.
La curva di Laffer si traduce, in poche parole, nella ipotesi che esiste un tale livello di prelievo fiscale superato il quale l'attività economica non è più congrua tanto che il gettito medesimo (una volta raggiunto il  massimo della crescita) inizia a diminuire, a poco a poco, fin all'azzeramento.
Nella teoria keynesiana il debito pubblico è la differenza tra l'ammontare delle tasse in entrata e la spesa pubblica. Il gettito fiscale, risultante dalle aliquote stabilite per il PIL, è direttamente correlato alla produttività di ricchezza.
Ritornando alla curva di Laffer: esiste una aliquota (indicata nel punto più alto della curva a campana letto sull'asse delle ascisse) oltre la quale un ulteriore aumento delle imposte disincentiverebbe l'operato delle attività economiche con conseguente riduzione del gettito totale, in misura sempre più amplia, come già accennato sopra,  fin all'azzeramento complessivo, per tre fenomeni: evasione, elusione, sottrazione. Così dichiarando un minore imponibile, manipolando la natura dell'operazione, eliminando o trasferendo l'imponibile stesso soggetto alla tassazione.
Tuttavia, alcuni economisti sono scettici ed affermano che questa "teoria" non abbia avuto alcuna conferma empirica, durante gli anni successivi alla sua enunciazione.
Pertanto, è stato invece dimostrato che l'effetto si sarebbe prodotto qualora negli Stati Uniti d'America il tasso minimo delle imposte sul reddito avesse raggiunto almeno l'aliquota percentuale del settanta.
Philip Mirowski, storico di economia alla University of  Notre Dame, nel Journal of Economic Issues del settembre 1982, definisce la curva di Laffer "voodoo economics".
 
 
Roberto Dalzoppo - riproduzione vietata